ROMA – 7 LUGLIO 2016 – Alla luce delle recenti notizie, anche di stampa, la Presidenza nazionale dell’Agis, Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, ritiene necessario chiarire alcuni punti nella delicata vicenda che ha visto, in primis, la recente sentenza del TAR Lazio di annullamento del DM 1° luglio 2014 e, successivamente, la sospensiva del Consiglio di Stato, che ha accolto l’immediato ricorso del MiBACT.
La posizione di Agis e della nuova Federazione dello Spettacolo dal Vivo è sempre stata chiara: i presupposti, l’apertura alle nuove generazioni, la multidisciplinarietà, l’innovazione dei meccanismi di attribuzione del FUS erano da tempo auspicate dagli operatori e sono state largamente condivise In fase di prima applicazione il DM ha dimostrato alcune criticità sottolineate della stessa AGIS che al riguardo, ha formalmente prospettato alcune tematiche a valenza generale come la ridefinizione, in aumento, della percentuale ipotizzata per il parametro della qualità artistica rispetto al criterio della qualità indicizzata. In un panorama che ha comunque registrato su 838 soggetti finanziati, un incremento contributivo per il 75% dei casi, alcune imprese hanno ritenuto di presentare ricorso al TAR di competenza, con una scelta che, legittima nel rispetto dell’autonomia di indirizzo di ciascun soggetto, e qualora a sola tutela del singolo, tale non si è dimostrata nel caso di specie in cui è stato richiesto l’annullamento del DM 1° luglio 2014 e non della singola decisione di pertinenza.
Il 28 giugno 2016 il TAR del Lazio ha emesso propria sentenza nei fatti disponendo l’annullamento del DM che ha prodotto un sostanziale blocco del sistema, a partire dalle procedure in atto per l’erogazione dei saldi 2015 e degli acconti 2016 ed il rischio di un ristorno delle somme percepite per il 2015.
L’intervenuta sospensiva del Consiglio di Stato, che ha accolto l’immediato ricorso del MiBACT, ha evitato che la situazione precipitasse sbloccando così l’attività amministrativa che ha ripreso l’erogazione di saldi e acconti e calendarizzato l’attività delle Commissioni Consultive di settore. Evitata con sollievo una situazione drammatica, definita “sfascio” in un precedente comunicato e riferita chiaramente alle sole conseguenze della sentenza, AGIS e Federvivo ribadiscono con fermezza e coerenza la necessità di un confronto con il Parlamento, il Governo, la Direzione Generale, affinché, alla luce delle positività del DM 1° luglio 2014 ma anche delle criticità emerse, si possa procedere verso un nuovo strumento di legge che promuova una nuova visione dell’essere aziende culturali e la loro competitività.
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