Approvata, dalla Camera, la proposta di legge “Disciplina e promozione delle imprese culturali e creative (A.C. 2950-A)”, con 282 voti favorevoli e nessuno contrario (113 gli astenuti). La legge è volta “a favorire il rafforzamento e la qualificazione dell’offerta culturale nazionale, come mezzo di crescita sostenibile e inclusiva, la nuova imprenditorialità e l’occupazione, con particolare riguardo a quelle giovanili, mediante il sostegno alle imprese culturali e creative”.
In data 26 settembre 2019, la Camera ha approvato la proposta di legge “Disciplina e promozione delle imprese culturali e creative (A.C. 2950-A)”, con 282 voti favorevoli e nessuno contrario (113 gli astenuti).
La proposta di legge nasce dalla convinzione che la sfera della conoscenza è determinante per dare opportunità sociali, rafforzare la democrazia politica e consentire una crescita economica sostenibile. Le imprese culturali possono essere infatti promotrici di un’idea di sviluppo e di cultura sufficientemente ampia da tracciare una strategia di medio e di lungo periodo.
La legge è volta “a favorire il rafforzamento e la qualificazione dell’offerta culturale nazionale, come mezzo di crescita sostenibile e inclusiva, la nuova imprenditorialità e l’occupazione, con particolare riguardo a quelle giovanili, mediante il sostegno alle imprese culturali e creative”. Con il riconoscimento giuridico fornito ai tanti operatori del settore la nuova disciplina permetterà quindi di pensare politiche pubbliche chiare e definite nell’impresa creativa.
I requisiti che deve possedere un’impresa culturale e creativa sono i seguenti:
– ha come oggetto sociale l’ideazione, la creazione, la produzione, lo sviluppo, la diffusione, la conservazione, la ricerca e la valorizzazione o la gestione di prodotti culturali, intesi quali beni, servizi e opere dell’ingegno inerenti alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, allo spettacolo dal vivo, alla cinematografia e all’audiovisivo, agli archivi, alle biblioteche e ai musei nonché al patrimonio culturale e ai processi di innovazione ad esso collegati;
– ha sede in Italia, o in uno degli Stati membri dell’Unione europea o in uno degli Stati aderenti all’Accordo sullo Spazio economico europeo, purché abbia una sede produttiva, un’unità locale o una filiale in Italia;
– svolge attività stabile e continuativa.
Una delle agevolazioni consiste nel poter chiedere, per lo svolgimento delle attività che rientrano nell’oggetto sociale, la concessione di beni demaniali dismessi.
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