La Cisac – Confederazione Internazionale delle Società di Autori e Compositori ha diffuso, il 18 settembre scorso, uno studio sull’apporto potenziale delle industrie creative nei Paesi cosiddetti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) alle economie nazionali.
Secondo i dati Cisac, negli ultimi 10 anni il volume d’affari mondiale dell’industria creativa è quasi triplicato fino a rappresentare circa il 7,5% delle esportazioni globali. Tuttavia, nei Paesi BRICS, l’esportazione di beni e servizi legati al diritto d’autore è rimasto indietro rispetto ad altre realtà.
“L’economia della creatività genera intorno al 10 e 11% del prodotto interno lordo rispettivamente di Corea e Usa – afferma lo scrittore indiano Javed Akhtar, vicepresidente Cisac – ma i paesi BRICS, culturalmente ricchi, rappresentano soltanto una frazione di questa cifra… L’India in particolare, che crea prodotti culturali forti fruiti in tutti i continenti (ad esempio i suoi film e la sua musica) può utilizzare questo Rapporto e i dati Cisac per costruire importanti strutture per le sue industrie creative”.
La Cisac ha infatti elaborato un piano d’azione per rivelare il potenziale delle industrie creative in queste regioni e suggerisce ai responsabili politici una strategia in quattro punti: censire e monitorare l’industria creativa nazionale; riconoscere l’importanza di una efficace gestione collettiva dei diritti; sostenere la creatività e le comunità dei creativi; riconoscere l’importanza della proprietà intellettuale e della tutela del diritto d’autore nel processo creativo.

Il rapporto
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