Non è il più alto, neppure il più maestoso, ma Castel del Monte, con le sue proporzioni perfette, incorona la piana che lo circonda come in nessun altro caso ed è forse il più compiuto simbolo della sterminata ricchezza culturale di una regione, la Puglia, che è stata crocevia di culture millenarie, che hanno in questo “blasone” di Federico II di Svevia solo uno dei molteplici emblemi. L’Unesco lo ha proclamato patrimonio dell’Umanità e proprio l’organizzazione delle Nazioni Unite terrà in Puglia il prossimo ottobre un suo Forum mondiale.
«Sono rimasti particolarmente colpiti dalla nostra strategia di investimenti in cultura ed è per questo che hanno deciso di tenere qui ad ottobre la prossima edizione del Forum internazionale sulla cultura e lo sviluppo delle aeree urbane» ci spiega con aria soddisfatta l’assessore regionale alla Cultura, Loredana Capone. E in effetti, dopo il successo turistico delle zone costiere, la Regione ha deciso di puntare sulla valorizzazione del patrimonio artistico-culturale.
«La questione meridionale è stata pressoché dimenticata, ma noi riteniamo che tale questione non sia soltanto nel gap di infrastrutture, ma anche nel consumo di cultura. In Alto Adige c’è una biblioteca ogni 3.400 abitanti, al sud una ogni 13.600» spiega l’assessore Capone, sottolineando che lo sviluppo passa dalla lettura. «Da qui – aggiunge – il nostro bando sulle Community Library che ha coinvolto 123 comuni pugliesi e che prevede fondi per 120 milioni di euro al fine di aprire le biblioteche alla comunità e anche ai turisti, coinvolgendo oltre ai comuni, le università e le scuole. Il 10% dell’investimento, ovvero 12 milioni di euro, verranno spesi in acquisto di libri ed è uno dei più importanti investimenti per un settore, quello dell’editoria, da tempo in crisi. Trenta milioni andranno invece in servizi, 40 milioni in capitale sociale e lavoro».
Non è tutto. «Abbiamo poi previsto – dice l’assessore – laboratori di fruizione con attività musicali, teatrali e coinvolgimento dei siti archeologici e dei teatri storici. Poi ci sono i laboratori di restauro, con un investimento di 50 milioni di euro e con un punto fermo alla base: ovvero che non si deve più investire un euro che uno nel restauro senza che vi sia collegato un progetto di fruizione e, quindi, la promozione e valorizzazione dei beni culturali». Il tutto forti dei fondi europei Fesr, con 180 milioni di euro destinati ai Beni culturali nella programmazione 2014-2020. «Invece che fare tanti bandi slegati, abbiamo realizzato una strategia con l’obiettivo di rendere fruibile l’enorme patrimonio di beni culturali presente in Puglia. Alcuni comuni hanno già appaltato i lavori» sottolinea la Capone.
Investire in cultura significa anche fare sistema, coinvolgere il territorio. In questa direzione si va con la mostra dedicata a Picasso, che coinvolge tre perle pugliesi: Martina Franca, Mesagne e Ostuni. L’esposizione itinerante tra Alto Salento e Valle d’Itria è promossa dall’Associazione Metamorfosi e dalla rete d’imprese Puglia Micexperience, curata dal professor Francesco Gallo Mazzeo, realizzata in collaborazione con i tre Comuni che la ospitano e con il supporto di investitori privati e di Puglia walking art (che ha creato diversi itinerari turistici collegati all’esposizione).
«L’altra metà del cielo, l’universo femminile di Picasso» vede protagonista fino al 4 novembre 2018 anche il Palazzo Ducale di Martina Franca, che nelle sale affrescate da Domenico Carella ospita un’eccezionale collezione di sculture in ceramica dell’artista spagnolo, che in varie pose declinano le sembianze di Dora Maar e di molte altre muse amate dall’artista. A conclusione del percorso il bellissimo olio “Il Moschettiere” del 1964.
Nel castello normanno-svevo di Mesagne, trasformato nella ariosa residenza che fu degli Orsini del Balzo, sono invece raccolte diverse opere grafiche fra cui la celebre “Barcelona Suite” e l’olio su tela “Busto di Donna II”. Il Palazzo Tanzarella, nel centro storico di Ostuni, ospita invece fotografie che ritraggono il pittore di Malaga nelle pose più inconsuete, fra ghigni d’artista e gesti affettuosi nei confronti dei figlioletti Paloma e Claude; e ancora, a tavola con l’amico poeta Jean Cocteau o sul lungomare con l’immancabile canottiera a righe e in compagnia di donne sempre affascinanti, fra cui l’amica italiana Lucia Bosè, splendidamente ritratta al suo fianco. In particolare si segnalano alcuni scatti, anche inediti, di Edward Quinn e le inconfondibili interpretazioni-ritratto di Robert Capa, oltre all’incisione “Toros en Vallauris”.
Si segnala poi l’iniziativa della Fondazione San Domenico, che dopo aver riportato alla luce la necropoli scoperta nel giardino della Masseria Cimino e le chiese rupestri di San Giovanni e San Lorenzo nel parco rupestre di Lama d’Antico, con la supervisione dell’artista Mimmo Paladino, si accinge a valorizzare il rudere dell’ex marmeria di Sallavetri sul lungomare di Fasano, quale spazio espositivo dedicato ad arte e sviluppo sostenibile.
Fonte Sole 24 Ore del 21 giugno 2018
Senza commenti