Nel 2014, nonostante il perdurare della crisi, sono tornati a crescere, anche se leggerissimamente, i consumi culturali fuori casa degli italiani, dopo due anni consecutivi di calo. A sottolinearlo è l’Istat nell’edizione 2014 del suo Annuario statistico italiano, secondo il quale il 62,6% della popolazione di sei anni e oltre ha fruito di almeno uno spettacolo o un intrattenimento o di una visita a musei e mostre (61,1% nel 2013). Ad aumentare sono soprattutto la frequentazione di musei, mostre e siti archeologici (dal 25,9% del 2013 al 27,9%) e la partecipazione a spettacoli sportivi (dal 24,4 al 25,2%).
In controtendenza il cinema che nonostante continui ad attirare il maggior numero di persone, ha subìto la flessione più decisa negli ultimi cinque anni: nel 2010 si recava al cinema il 52,3% della popolazione di sei anni e più, oggi solo il 47,8%.
I musei attirano invece sempre più visitatori, almeno secondo gli ultimi dati cui fa riferimento l’Istat: Nel 2013, oltre 38 milioni e 190mila persone hanno frequentato i 431 luoghi di antichità e arte presenti sulla Penisola, circa 1 milione e 800mila in più rispetto al 2012. Nelle regioni del Centro si concentrano circa quattro musei statali su dieci, che attirano quasi i due terzi (64%) dei visitatori complessivi. In particolare, spiccano i numeri del Lazio, con 17,6 milioni di ingressi, e della Toscana, che da sola registra quasi lo stesso numero di visite (poco più di 6,1 milioni) totalizzate dall’insieme delle regioni del Nord.
Quanto ai libri, l’Istat prende in esame i dati 2012, anno nel quale sono stati pubblicati 59.230 titoli, per un totale di 179 milioni di copie. Rispetto all’anno precedente il numero dei titoli è rimasto stabile ma la tiratura è diminuita quasi di un quinto. Aumentano le prime edizioni, che rappresentano il 64,8% della produzione. A dominare il panorama editoriale sono i grandi editori i quali, pur rappresentando poco più di un decimo del totale, hanno prodotto in media ciascuno 235 titoli con una tiratura di quasi 840mila copie. I piccoli editori, che pesano per il 58,7% sul totale, hanno invece pubblicato in media quattro titoli in circa 5mila copie.
Nella graduatoria delle attività ricreative al cinema seguono la frequentazione di discoteche e balere (19,4%), il teatro (18,9%), gli altri concerti di musica (18,2%) e, all’ultimo posto, i concerti di musica classica, che interessano appena il 9,3% della popolazione. Il teatro è l’unica attività fuori casa, fra quelle considerate, in cui la partecipazione femminile è maggiore rispetto a quella maschile (20,9% delle donne e 16,8% degli uomini). I più assidui frequentatori sono però i ragazzi e le ragazze fra i 6 e i 14 anni, circa tre su dieci.
Anche se in lieve flessione, la televisione rimane poi il medium più amato dagli italiani: la guarda il 91,1% della popolazione di tre anni e più (92,3% nel 2013). Il piccolo schermo attira spettatori in tutte le fasce di età, ma i più accaniti fruitori sono i giovanissimi di 6-14 anni (94%) e i 60-74enni (stessa percentuale). L’ascolto della radio rimane stabile, interessa il 56,7% della popolazione. I programmi radiofonici hanno le maggiori audience fra i giovani di 18-24 anni (68%) e fra i 25-44enni (72%).
E’ proseguita nel 2014 la diminuzione dei lettori di quotidiani: a leggerne uno almeno una volta a settimana è il 47,1% della popolazione di sei anni e più, con un costante calo dal 2010, quando la quota era del 55%. I lettori di quotidiani aumentano percentualmente al crescere dell’età fino ai 74 anni: la quota maggiore si rileva tra i 60-64enni (58,5%) ed è più elevata tra gli uomini (52,8% contro 41,7% registrato per le donne).
Continua a scendere anche la percentuale di lettori di libri. Nel 2014 si dedica alla lettura il 41,4% delle persone in età scolare (-1,6 punti percentuali rispetto al 2013). A diminuire sono soprattutto i lettori deboli (chi legge al massimo tre libri nell’arco di un anno) che passano dal 46,6% di un anno fa al 45%; rimane invece stabile la quota di coloro che leggono 12 libri e più. I lettori più accaniti sono i giovani tra gli 11 e i 19 anni (il 53,5% degli 11-14enni e oltre il 51% dei 15-19enni) ma anche le donne leggono più libri degli uomini (48% contro 34,5%).
Il contraltare del calo di quotidiani e libri è la crescita di quanti usano le nuove tecnologie: nel 2014 è passata dal 54,3% del 2013 al 54,7% la quota di popolazione che utilizza il personal computer, mentre registra un deciso balzo in avanti, dal 54,8 al 57,3%, la percentuale di chi si collega ad Internet. I più assidui sono gli under20, quasi nove su dieci, ma gli utilizzatori del pc aumentano anche fra i 65-74enni (21,2% contro 19,5% di un anno prima) e gli ultrasettantacinquenni (4,7% dal 3,9% nel 2013). Un andamento analogo si registra anche per gli internauti.
Le differenze di genere nell’utilizzo di personal computer ed Internet, anche se in diminuzione rispetto agli anni precedenti, rimangono pur sempre evidenti: il 59,3% degli uomini utilizza il pc a fronte del 50,2% delle donne e il 62,3% degli uomini naviga su Internet contro il 52,7% delle donne. Permane anche il digital divide fra le diverse aree del Paese: utilizza il pc il 46,6% della popolazione residente nel Sud, il 50,8% di quella delle Isole mentre nel Nord e nel Centro le quote salgono al 58%. Gli internauti sono invece il 61% al Nord-ovest, il 59,9% al Centro e il 49,3% al Sud.
Se il pubblico che assiste agli eventi sportivi cresce, il numero degli italiani che lo sport lo pratica resta contenuto: Meno di un terzo della popolazione di tre anni e più (31,6%) pratica nel tempo libero uno o più sport; fra questi il 23% vi si dedica con continuità, l’8,6% in modo saltuario. C’è poi un ulteriore 28,2% che svolge qualche attività fisica come fare passeggiate di almeno due chilometri, nuotare o andare in bicicletta mentre i veri sedentari sono circa quattro su dieci. Lo sport continuativo viene praticato di più fra i 6 e i 17 anni mentre l’attività sportiva saltuaria è peculiare fra i 18-24enni. Fonte Adnkronos
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