COMPAGNIA TEATRALE ACCADEMIA UNIKA
IL DRAGO di E. Schwarz
TRAMA
In ogni favola che si rispetti non può mancare il “C’era una volta…”, il drago, la fanciulla da liberare, il cavaliere pronto a salvare sia il popolo sottomesso a un tiranno che la vita della stessa fanciulla. In una piccola città abitata da gente buona, semplice e tranquilla, da più di quattrocento anni, vive un drago con tre teste. Un vero e proprio tiranno che, con la collaborazione di ministri, intendenti, generali e segretari, (togliere virgola) sottomette il popolo. È passato tanto di quel tempo che, per la popolazione, il tiranno non rappresenta più un incubo tanto da non essere più capace di ribellarsi. Tutti sono convinti che il sovrano sia buono, (mettere virgola) tanto da amarlo ed accettarlo… Inoltre, per soddisfare le proprie voglie, ogni anno il drago prende in sposa la più bella delle fanciulle, ma, ogni volta, di lei non se ne sa più nulla. Così tocca anche alla cara e timida Elsa, figlia dell’archivista. Allora, non si sa da dove, viene il bel Lancellotto che decide di affrontare da solo il mostro e liberare la città. Ma… anche questa volta tutti vivranno felici e contenti?
EVGENIJ SCHWARZ (Svarc) (1896-1958) è un drammaturgo sovietico. Inizia la carriera teatrale come attore e debutta come autore nel 1929 con UNDER WUD, fiaba teatrale in cui l’elemento magico scaturisce da una situazione realistica, quotidiana. Lettore appassionato di Andersen, Schwarz,(togliere virgola) riprese i più noti temi delle sue favole per usarli come grandi metafore della realtà contemporanea. Il profondo, intimo legame fra favola e realtà è l’aspetto più affascinante della sua drammaturgia. IL DRAGO, una delle sue più belle fiabe filosofiche, fu composta nel ’43, durante la guerra mondiale e fu influenzata dalla tragica situazione politica dell’epoca.
CONTENUTI DIDATTICI AGLI INSEGNANTI
Una favola per piccoli e, soprattutto, per grandi. Con tutti i simboli dei codici fiabeschi. Per chi comincia a leggere il mondo con il disincanto crescente di chi analizza il potere ed i suoi trasformismi. Una metafora dell’umanità che sprizza simboli tanto chiari quanto feroci prestata ad una messinscena fresca, veloce, dinamica. E “impegnata”, se per “impegno” s’intende la possibilità di prendere coscienza degli alibi migliori per conformarsi e, subito dopo, per affrancarsene. Se il “drago” è la dittatura dispotica, il Borgomastro il capitalismo subdolo e Lancellotto l’umanità progressista, il gatto è l’ancestrale purezza della natura che si riscatta dalle mostruosità del mondo in una gabbia sociale che garantisce solo sé stessa e la sua tragicommedia. Come disse un grande… “libertà è partecipazione”.
FUNZIONI DI PROPP
- L’antagonista: Drago
- L’aiutante (magico): Il Gatto
- La principessa o il premio: Elsa
- Il padre di lei/Il mandante: Charlemagne
- Il donatore: Thessa
- L’ eroe: Lancellotto
- Il falso eroe + antagonista: Il Borgomastro
PERSONAGGI PRINCIPALI
Il Drago nella nostra lettura rappresenta fondamentalmente il potere, ma non solo quello politico, bensì un potere primordiale che nasce dagli scarti e dai rifiuti dell’intelligenza umana: nasce e non muore, cambia, si adatta, ma è sempre lì, pronto a prendere qualsiasi sembianza, qualsiasi intelligenza viva, per trasformarla in un rifiuto di sé stessa, con l’unico scopo della crescita, del mantenimento e della difesa del potere.
Lancellotto emblema di un’umanità progressista in una continua ricerca di giustizia è il liberatore atteso dal popolo e dagli emarginati, ma mal visto dalla stessa borghesia vittima del Drago. Questo personaggio, puro ed ingenuo, si porta addosso un pizzico di donchisciottismo che ben lo colloca nel clima favolistico voluto dall’autore.
Elsa rappresenta, come metafora femminile, il momento delicato dell’adolescenza, vessata da una perversa educazione basata sulla cieca obbedienza alle Istituzioni e al Potere. In tal senso, Elsa, nel suo incontro con Lancellotto, scopre la possibilità della trasgressione, della fiducia negli altri ed intravede il fascino della libertà, la possibilità di rapporti umanamente sinceri, al di fuori dell’ipocrisia convenzionale, delle buone maniere e della morale in cui è nata.
Il Borgomastro è il subdolo e smodato capitalismo: una figura ambigua ed inquietante che, alla pura follia di Lancellotto, oppone una schizofrenia delirante derivata da una razionalità perversa ed egoista. Il Borgomastro è simbolo della borghesia ricca che, solo in un primo momento, si dichiara vittima del Drago, ma poi finisce per sostituirlo.
Heinrich è il figlio del Borgomastro che, infatti, subisce tutto il fascino perverso del Potere, alimentando, per imitazione del modello che segue, una lucida disposizione al cinismo ed alla violenza, giustificata peraltro stessa ideologia della dittatura.
Il Gatto è la forza ancestrale della natura primigenia non ancora contaminata dalle trappole della società. Il Gatto assumerà, al pari del resto della cittadinanza, una diversa consapevolezza di sé e della realtà in cui vive proprio grazie all’intervento dell’eroe.
Vania, Lidia e Arabella impegnate a vivere la vita degli altri piuttosto che la propria, rappresentano la massa che si conforma a una vita predefinita in cui non c’è spazio per il libero arbitrio.
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Con: Italia Aiuola, Marco Altini, Doralisa Campanella, Antonio Carella, Silvia Micunco, Justy De Venuto, Silvio Genchi, Giuseppe Losacco.
Costumi: Michele Napoletano
Tecnico Audio: Danilo Nardulli
Regia, cura scenica, adattamento: Rocco Capri Chiumarulo, Anna Garofalo
Info SCHEDA TECNICA/COSTI:
080 5042370 – 3381976473 – accademiaunika@gmail.com
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Cave cave Deus videt
Produzione originale allestita per il Carnevale di Putignano edizione 2015.
Sette quadri danzati ispirati al dipinto a olio su tavola – Sette peccati capitali -‐ attribuito a Hieronymus Bosch.
La rappresentazione, attraverso il linguaggio del corpo e dei suoni, illustra il tormento dell’uomo da sempre incline ai vizi.
Con: Serena Servadio, Marika Bellini, Betty Piccinonna, Marianna Vitucci, Francesca Chimienti, Roberta De Bellis
Musiche composte ed eseguite da: Michele Acquafredda (batteria), Giampiero Doria (chitarre), Fabrizio Sardelli (drum machine, electronic instruments)
Coreografie: Sabrina Speranza
Info SCHEDA TECNICA/COSTI:
080 5042370 – accademiaunika@gmail.com
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