Leggere l’intervento del Presidente del Consiglio Regionale Pugliese, Onofrio Introna, che sostiene con forza la tesi della necessità di un investimento nella cultura per battere la crisi in Puglia e nel Mezzogiorno, fa certamente piacere, tanto più a quanti cercano di vivere e fare impresa con la cultura. La Puglia può legittimamente vantare di avere fatto negli ultimi dieci anni passi avanti da gigante in questa direzione, sostenendo, innovando e indicando davvero nuove strade percorribili per investire nei giovani e nella cultura (dal cinema al teatro ed alla musica). Quanto seminato va dando via via i suoi frutti, e il numero delle microimprese culturali e dello spettacolo è cresciuto in un ribollire di idee e di iniziative. Un mondo, però, ancora fragile e che necessita di cura e sostegno per sopravvivere, ancora prima di vivere. I tagli alla cultura, richiamati nell’intervento, sono solo uno dei problemi che riguardano l’economia che ruota intorno a queste microimprese ed al loro lavoro. Infatti, la vera minaccia che ne mina la sopravvivenza sono i tempi con cui le risorse – già tagliate – sono rese disponibili. Gli effetti del Patto di Stabilità sul settore sono nefasti.
Ma ancora ci preme suggerire che alla crescita, talvolta alla moltiplicazione, dei soggetti e dei progetti afferenti le attività di cultura e spettacolo deve corrispondere un incremento dell’apparato amministrativo solitamente dedicato al settore. Al rispetto dell’impegno per la realizzazione delle attività poste in essere deve corrispondere il rispetto di una tempistica “misurabile” o certa per il saldo dei contributi. I nuovi soggetti della microimpresa culturale non hanno una capacità di anticipazione infinita e le banche danno scarsa o nessuna fiducia ad essi. A tale proposito, sembra ormai indispensabile il finanziamento del Fondo di Garanzia – previsto dalla legge regionale per lo spettacolo n.6 del 2004 – da intendersi sia come fondo di rotazione che consente l’anticipazione dei contributi alle imprese di spettacolo, sia come riconoscimento del valore di impresa di un settore in grado di mettere a garanzia degli investimenti non immobili ma il proprio capitale umano.
Di qui l’auspicio che venga raccolta davvero la sfida di considerare la spesa per la cultura un investimento e che come tale sia considerato a tutti i livelli dalla pubblica amministrazione. Gli operatori della cultura e dello spettacolo non sono dei giovani perenni che divertono e si divertono, sono lavoratori che talvolta divertono, ma che – di questi tempi – non si divertono affatto… nel restare senza stipendio da troppi mesi.
Clara Cottino
Presidente Sezione Spettacolo dal Vivo
Agis Puglia e Basilicata
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