Il 24 ottobre si è svolta un’audizione della Conferenza delle Regioni alla Camera dei deputati nell’ambito dell’indagine conoscitiva (avviata dalla VII° Commissione) sulle buone pratiche della diffusione culturale. La delegazione era guidata da Gianni Torrenti (assessore del Friuli Venezia Giulia), coordinatore della Commissione beni e attività culturali della Conferenza delle Regioni. In delegazione era presente anche Monica Barni, vicepresidente e assessore alla Cultura della regione Toscana.
“Le regioni intendono continuare a promuovere sul territorio le attività culturali – spiega Torrenti – consapevoli che queste siano un’esigenza fondamentale per lo sviluppo e la crescita sociale delle nostre comunità. La cultura non vuole più fare a meno dei cittadini, non vuole più chiudersi in sé stessa ma intende aprirsi verso nuove forme di identità e democrazia. Con la diffusione della cultura, infatti, si produce più benessere per tutti.
E nelle regioni sono numerose le attività che hanno contribuito a creare questi presupposti e dove la semina ha trovato il terreno fertile della partecipazione dei cittadini. Forse anche grazie al fatto che i progetti culturali hanno una forte vocazione identitaria, di memoria storica delle nostre comunità, affermando nel contempo anche l’integrazione e la solidarietà.
Tra gli interventi abbiamo evidenziato in particolare le buone pratiche di alcune regioni: Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto e Provincia autonoma di Bolzano.
I settori di queste attività culturali vanno dal teatro alla musica, dal cinema alle arti contemporanee, promuovono il libro e la lettura, la cultura scientifica, le specificità linguistiche, sostengono l’accesso al sistema culturale potenziando l’offerta, mirano a rafforzare il rapporto con il territorio con l’obiettivo di valorizzare il prodotto culturale in chiave di innovazione, imprenditorialità e occupazione.
La partecipazione del territorio ha visto il coinvolgimento di più livelli della società civile in stretta connessione con le scuole e le università, le strutture sanitarie e il mondo imprenditoriale, con azioni intersettoriali o multidisciplinari. Ad esempio viene promossa la sostenibilità ambientale o si mira alla valorizzazione culturale e turistica del territorio. Si creano così – rileva Torrenti – anche percorsi integrati con altri settori, come nel caso degli interventi inseriti nei piani di prevenzione della salute.
Cito solo a titolo esemplificativo le Residenze musicali–Spazi laboratori in Basilicata, l’abbonamento ai Musei Lombardia Milano – welfare culturale e il sostegno agli istituti culturali o in Toscana il Progetto Casa del Cinema e del documentario”.