L’intento del Comune di Molfetta, come si legge nell’avviso pubblico affisso all’albo pretorio, è quello di «garantire l’operatività del Laboratorio Urbano riallineando la sua azione con il nuovo contesto economico e sociale, valorizzando l’investimento fatto, generando opportunità di apprendimento, lavoro e impresa in linea con gli obiettivi regionali ossia aumentando la vitalità giovanile nei settori di intervento, orientando le attività dei giovani artisti a nuove prospettive e allo sviluppo occupazionale, dando visibilità, valorizzando i talenti, promuovendo la comunicazione e sopperendo al bisogno di servizi, nonché di spazi ed attrezzature».
Coloro che si aggiudicheranno il bando saranno chiamati a «gestire il laboratorio come spazio sociale prioritariamente dedicato ai giovani del territorio… mettere a disposizione spazi e attrezzature per consentire ai giovani cittadini e alle organizzazioni giovanili del territorio di imparare, fare esperienza sul campo e sviluppare progetti e attività… ad assicurare continuità e regolarità nella gestione… in una dimensione di completa autonomia finanziaria basata sull’offerta di spazi e servizi, sull’organizzazione di attività socio-culturali produttive, sui proventi di attività commerciali complementari e sulla ricerca di finanziamenti pubblici e privati, destinando gli eventuali utili derivanti dalla gestione dei laboratori allo sviluppo del Laboratorio stesso… ad assicurare una corretta informazione sulle attività, le iniziative e i progetti che verranno realizzati nel LU, garantendo la massima trasparenza».Alla luce delle linee guida “Buone pratiche dai Laboratori Urbani” facente parte della strategia “Laboratori Urbani, mettici le mani” elaborato dalla Regione Puglia, ci sono sei criteri essenziali: la stabilità (intesa anche come garanzia da parte degli eventuali gestori di mantenere uno staff di operatori stabili oltre a collaboratori saltuari o a eventuali volontari), l’apertura (dare spazio a idee e progetti delle realtà culturali presenti nel territorio, senza dimenticare la fruibilità da parte di tutti), vitalità (programmazione di attività diversificate che consentano ai giovani di confrontarsi con nuove persone, di fare nuove esperienze, di sperimentare), trasparenza (comunicazione delle attività, modalità di accesso ai servizi e alle attrezzature, rendiconto dei risultati raggiunti), sostenibilità economica del Laboratorio Urbano (valutazione realistica di uscite e ricavi attesi, alleanze tra pubblico e privato, sperimentazione di nuove forme di cooperazione, co-produzione, co-progettazione, co-working), missione sociale (nascendo in uno spazio pubblico, il Laboratorio Urbano deve essere a servizio del territorio e della comunità, coinvolgendo ogni segmento della popolazione, collaborando con enti e istituzioni, favorendo servizi e progetti dedicati a solidarietà, inclusione sociale, valorizzazione e tutela dei beni comuni.
Il canone a base di gara è di 6.000,00 euro (oltre IVA se dovuta) e copre anche l’utilizzo di spazi e locali da destinare ad altre attività, anche di tipo commerciale (cinema, bar, libreria…).
Il Comune, dal canto suo, elargirà un contributo straordinario per lo start up, pari a 36.689,81 euro (IVA inclusa se dovuta), per le attività di gestione laboratoriali da rendicontabili entro il prossimo 30 giugno.
La strategia è quella di individuare un soggetto gestore, al quale sarà affidata la struttura per cinque anni, che presenti un piano di gestione orientato all’autostenibilità (in altre parole che sia in grado di camminare sulle proprie gambe) e animi il territorio attraverso corsi di formazione, rassegne, seminari, festival, mostre e spettacoli.
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