Con la sentenza n. 158 del 8 gennaio 2016, la Corte di Cassazione ha confermato che spetta al lavoratore l’onere di provare la sussistenza di una condotta mobbizzante eventualmente effettuata dal datore di lavoro al fine di creare una sorta di isolamento del lavoratore stesso al fine di portarlo alle dimissioni.

I giudici della Suprema Corte hanno evidenziato come sia indispensabile la prova di una esplicita volontà del datore di lavoro di emarginare il dipendente in vista di una sua espulsione dal contesto lavorativo o, comunque, di un intento persecutorio.