La salvaguardia e la tutela della sale cinematografiche, spazi privati di interesse collettivo, passa anche attraverso una minore pressione fiscale sugli immobili che ospitano le attività. Aveva lasciato ben sperare la riduzione dell’IMU nel 2014 da parte dei Comuni di Bari e Lecce con l’eliminazione dell’addizionale comunale (sino al 3 per mille) limitando l’imposta alla sola componente erariale (7,6 per mille): nonostante il coinvolgimento dell’ANCI Puglia, con l’invito ai comuni pugliesi di applicare le aliquote minime previste per legge, poche amministrazioni hanno seguito l’esempio dei due capoluoghi di provincia. I Cinema spesso adibiti anche a teatro, ed in particolare le sale storiche, subiscono livelli impositivi inaccettabili in quanto ubicati spesso in zone centrali delle città con valori immobiliari elevati e grandi volumetrie, proprie delle caratteristiche tecniche necessarie all’esercizio, scontando rendite catastali spropositate (che costituiscono la base imponibile per l’applicazione dell’imposta) anche alla luce della flessione del mercato immobiliare nell’ ultimo decennio e senza tener conto dell’ impossibilità di convertire questi spazi ad altri usi, ma soprattutto senza considerare la funzione pubblica e sociale alla quale assolvono questi contenitori culturali spesso unici presidii sul territorio. Sarebbe a questo auspicabile e indifferibile un intervento da parte del Governo Centrale sulle componenti IMU e TASI, già dalla prossima Legge di Stabilità, con una drastica riduzione delle aliquote o l’individuazione di forme alternative in favore delle imprese di esercizio anche sotto forma di credito d’imposta. Tali interventi potrebbero essere limitati alle sale in esercizio, come fatto dalle amministrazioni di Bari e Lecce, senza quindi costituire un vantaggio economico per la proprietà fondiaria e limitare così la riduzione del gettito fiscale, le cui coperture di bilancio per lo Stato e i comuni sarebbero ragionevolmente individuabili, rappresentando delle percentuali infinitesimali sul gettito complessivo generato dalle due imposte.

Giulio Dilonardo, Presidente ANEC Puglia e Basilicata